Buongiorno a tutti!
Come state? Spero allegri e sereni. Magari in viaggio verso
il mare o qualche altra meta, ma sempre disponibili a dare un’occhiata sul
gruppo, vero?
Dai! Oggi, ci sarò io a farvi compagnia!
Ringrazio moltissimo il super staff delle amministratrici
per l’invito. È la prima volta che ho un’occasione simile e… forse dovrei ricominciare
dalla più classica delle presentazioni. Molti di voi non sanno nulla di me.
Ok, mi chiamo Anna Nihil, scrivo da più di dieci anni e ho
pubblicato tredici romanzi.
Ho iniziato con un chick-lit (“La maledizione delloYorkshire”), poi mi sono dedicata ai noir (“Mandy”, “La figlia di Satana”, “Il
trio delle meraviglie”). Tra un noir e l’altro mi sono concessa delle
incursioni nel fiabesco con “Luna”, “L’unica notte” e “Angelica Sfuggente”.
Nel 2014 decido di affrontare la sfida più difficile:
scrivere un romanzo storico! Un’impresa tanto impegnativa quanto emozionante. Desideravo
da una vita scrivere un romanzo ambientato durante la rivoluzione francese! E
così, tra ricerche e viaggi è nato “Rivoluzione”.
Stesso avventuroso procedimento per “La rivincita di MonnaLisa”. In questo caso, è stato veramente incredibile come mi sia imbattuta in
questa storia! Tanto che non ho potuto fare a meno di raccontarlo per filo e
per segno nelle note a fine libro.
Nel 2018 mi dedico al “restauro” dei miei scritti giovanili,
unisco in un unico libro i miei tre noir (“Benvenuti a NihilVille”) e i miei
libri fiabeschi (diventati quattro con l’aggiunta di “Malisa e il lupo”) nel
volume “4 fiabe per Te”.
Sempre nel 2018 riesco a pubblicare finalmente “Mettici unapietra sopra”. Il libro che sarà protagonista di questa nostra giornata
insieme. Per ben 4 volte l’ho finito e poi riscritto da zero! La protagonista
ha cambiato aspetto, età, carattere e lavoro ogni volta. Anche la struttura del
testo è cambiata ogni volta drasticamente. Non era un libro facile da scrivere,
perché non lo era il suo tema. Non volevo un libro “piagnisteo”, ma un libro
capace di coinvolgere e ridare speranza.
Nel 2019 pubblico “Confessioni tra donne”. Con questo libro
torno a Parigi (dopo “Rivoluzione”), ma in tempi moderni, non per questo più
facili… anzi, abbastanza inquietanti da essere perfetti per thriller.
E quest’anno? Tante trame abbozzate, ma nessun nuovo libro
in arrivo. In compenso sto lavorando a un progetto attinente alla scrittura… di
cui spero potervi dare presto notizia!
*Sono due giorni che mi comporto come una matta. Occhialoni
da sole, i capelli raccolti sotto un berretto da baseball, sempre pronta a
nascondermi dietro piante o colonne pur di sfuggire a Mike. Appena mi sveglio,
mi preparo alla svelta ed esco. Cerco di fare la turista, ma a differenza dei
tipici vacanzieri, che girano con le macchine fotografiche appese al collo, le
mappe della città e l’orologio al polso per rispettare gli orari di apertura
dei musei, io vago senza meta come uno dei tanti gatti randagi per la città. Mi
muovo con calma e pigrizia. Cerco posti tranquilli. La gente attorno mi è
indifferente. Guardo chi mi passa accanto o mi arriva di fronte giusto quel
tanto per capire se hanno intenzione di scipparmi o no. Evito di dare
confidenza persino a quei bambini impiccioni, che anche se non ti conoscono ti
indicano o ti sorridono, io li ignoro.
Ieri, stavo per i fatti miei, seduta sui gradini di Piazza
di Spagna e una bambina non la smetteva di fissarmi.
“Che vuoi?”
“Vuoi essere la mia Barbie?” mi ha chiesto con quella sua
vocina antipatica.
“Ma vattene!” le ho risposto. Ha iniziato ad arricciare le
labbra, ha inumidito gli occhi ed è scoppiata in un pianto disperato. “Piangi
pure, non mi importa!”. Ha urlato ancora di più. “Te ne vuoi andare? Va’ da
mamma! Va’!”. Sempre piagnucolando è scappata via e non l’ho più rivista, per
fortuna. Bambini odiosi… incapaci di stare tranquilli e fermi vicino alle loro
madri. Madri odiose, incapaci di badare ai loro figli… e mi hanno rovinato la
vita…*
Cosa intende con “rovinato la vita”?! Come è possibile? Vi
toccherà leggere il libro (o l’ebook) per scoprirlo.
Avete letto di Irina scambiata per una Barbie (la bambola più amata e contestata degli anni ’90). Irina
la immagino così, più o meno come si vede nella foto in basso, forse con qualche centimetro
in meno di gambe… madre natura ha davvero esagerato con quella modella! Vabbè…
forse è l’invidia che parla…
Se vi dico: Moda anni ’90. Cosa vi viene in mente? Zeppone,
colori assurdi, ombelico scoperto, pantaloni larghi, treccine nei capelli… divertitevi
a dirmi la vostra!
Sono stati anni di grande successo per la moda italiana nel
mondo. Il vestito della foto ne è un esempio, è un Versace. Ho sempre amato i
loro capi, e mi sono tolta lo sfizio di far indossare a Irina proprio
quell’abito in una serata molto particolare. Ecco l’estratto da “Mettici una
pietra sopra”:
*Ero bellissima, camminavo con disinvoltura su tacchi
altissimi che rendevano ancora più lunghe le mie gambe perfette. Indossavo un
abito corto, ma con un lungo ed elegante drappeggio che scendeva dalla mia
spalla sinistra. Il vestito era di un delicato azzurro acquamarina, in stile
impero. Una russa, metà italiana, cresciuta a Londra, vestita da dea greca. So
che può sembrare assurdo, eppure il risultato era strabiliante. Mike aveva
preso contatti con lo stilista italiano Gianni Versace, famoso per il suo tocco
inconfondibile e per aver lanciato top-model come Naomi, Claudia, Cindy e
Carla. Solo dopo aver guardato qualche mia foto sui giornali, lo stilista
decise di regalarmi l’abito, che accettai senza esitare un secondo!
Mi sentivo bellissima e mi veniva da ridere davanti ai
fotografi. Pensavo: “Questi cretini che ho attorno non sanno dove guardarmi
prima. Gambe, sedere, seno, difficile scegliere, eh?”. Lo sentivo che avrebbero
tutti voluto invitarmi a casa loro, però appena incontravano il mio sguardo,
accentuato da un freddo ombretto bianco, decidevano di stare alla larga. Avevo
il perfetto sguardo da stronza. Senza una parola, in una sola occhiata, glielo
dicevo chiaramente che non li avrei amati mai. “Statemi alla larga perché vi
userò e vi getterò, vi tratterò di merda perché è così che mi sento”. Quello
era il mio stato d’animo. Pensavo a Niko e a quanto avrei voluto fargliela
pagare per il suo vile tradimento.*
C’è un Mike (estratto precedente) da cui scappa e un Niko che
l’ha tradita. La faccenda si fa sempre più complicata…
Come penultimo post, una spiegazione sul titolo:
“Mettici una pietra sopra”, oltre che il titolo del mio
libro, come ben sapete, è una delle più comuni “frasi fatte” o “di circostanza”, che dovrebbero
consolare, ma non consolano per niente.
Irina ha un’idea ben precisa a riguardo: *Tutte queste frasi
non mi sono affatto di consolazione, per me nascondono tutte lo stesso
messaggio subliminale: “Sta zitta che non mi va proprio di sentirti frignare e
sorbirmi i tuoi problemi.”*
Ne ha sentite tante Irina, ma “mettici una pietra sopra” è
la sua frase più odiata.
E la vostra?
La mia è “Guarda che ci sono tanti che stanno peggio di te”.
Perché in un colpo solo mi si accusa di essere giù di morale senza motivo e di essere egoista, perché non penso ai tanti in difficoltà nel mondo. E intanto il mio problema rimane. Per quanto piccolo, misero, rispetto alle disgrazie del mondo, è pur sempre qualcosa di cui voglio liberarmi, e con quella frase non ottengo nessuna soluzione.