Durante la stesura di un romanzo ci sono continui alti e bassi. Non sono dovuti solo a una mancanza d'ispirazione o di concentrazione. A volte si perde la fiducia nel progetto. E lì dove rinasce una connessione con la storia... faticano però a spegnersi le preoccupazioni per il dopo.
In un Paese come il nostro, noto per avere pochi lettori, dove le recenti pubblicazioni di successo sono tutte firmate da vip dello spettacolo, se sia il caso di mollare tutto e smetterla di scrivere è un dubbio all'ordine del giorno per ogni autore.
Sono sensazioni che conosco bene, sono capitate anche a me. Eppure sono andata avanti. Come ho fatto? Semplice.
Quando sentite il buonumore scendere a livelli pericolosi... spegnete il computer, lasciate perdere i social, fatevi una passeggiata, un caffè al bar con un amico, mollate il vostro scritto! Distraetevi!
Questa lontananza dal vostro testo potrebbe durare settimane, mesi, anni, non importa! Ciò che conta è che voi vi sentiate di nuovo bene.
Un'altra soluzione è affidare il vostro testo a un lettore, per avere un parere onesto e sincero dal quale ripartire.
Voi, intanto, distraetevi, come dicevo sopra, non stressate anche il vostro lettore volontario con continue domande tipo: "L'hai letto?", "L'hai finito?", "A che punto sei?" dopo cinque minuti che gli avete affidato il vostro testo!
Se non sapete come impiegare il tempo dell'attesa, ascoltate me: respirate e predisponetevi ad accogliere qualsiasi critica quando sarà il momento. Imparate a essere calmi e pazienti.
Far leggere il vostro testo in anteprima a parenti, amici e lettori Beta è utilissimo, ma può anche essere molto doloroso. Anzi, lo sarà di sicuro. Vi darà fastidio anche solo sentire: "Forse qui la virgola non va.".
Il vostro libro è come un figlio e tirate fuori gli artigli contro chi ne parla male.
Ma sarà mai possibile non ricevere critiche? Ma chi a questo mondo piace proprio a tutti?! Persino quando si parla della Nutella c'è qualcuno che: "A me non piace! Mai piaciuta!". Lo so, sembra incredibile, ma è così, esistono!
Presa coscienza di questa grande verità, quest'anno ho deciso di lanciarmi come una kamikaze. Per essere sicura di avere dei pareri spudoratamente sinceri, persino crudeli, io ho approfittato del "Torneo Letterario Io Scrittore".
Cos'è? Avete presente gli show televisivi "4 Ristoranti" o "4 Matrimoni"? Se sì, potete facilmente immaginare cosa succede. In pratica, i concorrenti sono anche giudici. Ci sono persone corrette; altre generose perché si mettono nei tuoi panni e capiscono i tuoi sacrifici; ci sono i perfidi invidiosi che più lavori bene più vogliono affossarti, convinti che dare zero a te garantisca loro la vittoria. A peggiorare il tutto nel Torneo Letterario ci pensa l'anonimato! Gli scrittori/giudici/concorrenti possono beatamente sparare a zero su i loro colleghi/rivali nella competizione.
Avevo già partecipato in passato con "Mandy" (qui info sul libro) e mi era andata benissimo! Ero una novellina, una ragazzina al secondo romanzo, ottenere una media del 7e1/2 per me è stato fantastico!
Mi sono detta, "Ma sì, riproviamoci con "Confessioni tra donne"! Voglio capire se il lavoro fatto finora è leggibile e accattivante quanto basta". Il pensiero di poter vincere il Torneo non mi ha sfiorata nemmeno per un istante, a me bastava avere delle prime spietate impressioni su "Confessioni tra donne".
Bene, dopo un mese di attesa, questi i giudizi ricevuti dalla lettura dei primi capitoli:
- La vicenda entra subito nel vivo, lasciando presagire temi narrativi che potranno essere oggetto di sviluppi futuri. Interessante l'abbozzo di descrizione psicologica attraverso i pensieri dei personaggi. Il linguaggio scorre fluido, forse un eccesso di dialoghi diretti, ma la porzione di testo è ancora troppo breve per valutare questo aspetto. La protagonista appare come un carattere interessante che stimola la curiosità.
- Non lo so non leggo questo genere di libri che puoi comprare in edicola e penso che non li leggerò mai. Probabilmente come libro "giallo/poliziesco" è un buon libro, non ho le competenze per giudicare.
- Bello, funziona. Parte con il piglio giusto entrando subito nell'azione cosa che, e trattandosi di un noir, è sempre auspicabile. I personaggi sono disegnati con efficacia e con poche pennellate ben assestate. Nora, poliziotta di origini italiane, ricalca la tradizione di poliziotte ricche di coraggio, fascino e determinazione (un esempio su tutti: Aurora Scalviati di Barbara Baraldi). La descrizione della famiglia del suo partner serve a rallentare la tensione e a entrare in una fase intima che rende i protagonisti complici del lettore. Riuscita anche la scelta di disperdere la narrazione in più filoni, alla Ed McBain. Promette molto bene.
- La prima cosa sono le virgolette, io sono sempre stata abituata coi dialoghi diretti a queste virgolette > e quando invece uno dei personaggi esprimeva un pensiero tra se e se a queste " " e quindi su questo punto andrebbe fatta un pò di chiarezza. Secondo troppo dialoghi, andrebbe più raccontata, la parte che mi è piaciuta di più quando incontra l'uomo bellissimo, si crea mistero, quindi sviluppare questa parte ( ma penso che questo fosse già nei piani ..) secondo quando il collega la porta a casa sua e le fa conoscere la famiglia, in quel contesto ci sono state frasi e dinamiche divertenti.
- Un romanzo da leggere una volta sola, come la maggior parte dei gialli insomma. Mi sembra un libro da portare con sé in vacanza, sulla spiaggia, sul treno, nelle situazioni in cui le opere troppo filosofiche sarebbero fuori luogo. Linguaggio semplice e adatto al genere, ma magari aggiungerei qualche metafora. Il comportamento della protagonista mi è sembrato un po' forzato. Però se questo serve per dare al romanzo una nota di comicità va bene.
- Trama scorrevole, l'utilizzo dei flash back sono molto interessanti perché danno un buon livello di suspense che è anche la forza del libro. I personaggio sono ben caratterizzati e la loro descrizione riesce a fare emergere molto bene i loro tratti caratteriali. Il personaggio principale, Nora, è intrigante e curioso, si ha voglia di scoprirlo nel prosieguo della storia. Piccoli tocchi di umorismo sono presenti e sono i ben venuti. La trama istiga a continuare la lettura. Il contesto "Parigi" è ben descritto e realistico.
- La lettura dell’incipit non permette un giudizio positivo sull'originalità dell’opera. I dialoghi danno un senso di artificialità. La trama non prende e richiama testi già letti. Buona la sintassi e l’ortografia.
- Trama non originale, ma che riesce ad essere interessante; stile ben curato; capacità di coinvolgere. Il testo risulta scorrevole anche se in alcuni momenti indulge troppo in leziosismi. Oscilla tra toni lievi e momenti inquietanti, e trascina in un percorso impervio che alla fine si trasforma in una storia semplice ma piacevole. Giusta caratterizzazione dei personaggi. I dialoghi, invece, sono deboli, a volte infantili.Un buon lavoro con un consiglio: lo rilega con maggior attenzione di sicuro lo migliorerà.
- Penso che dovresti arricchire i dialoghi, renderli più interessanti, perché li ho trovati abbastanza noiosi e soprattutto irrealistici.
- Ho trovato molto efficace l'inizio del romanzo in medias res, con i due protagonisti già nel pieno dell'azione, azione nel vero senso della parola, perché Nora e Pierre sono due poliziotti coinvolti in un attentato terroristico in un Supermercato. Il loro passato è descritto dai vari flashback che separano le varie fasi dell'intervento dei due agenti francesi. I flashback, forse un po' lunghi rispetto all'azione vera e propria, introducono però il lettore in altre indagini, lasciandolo col cuore sospeso per quanto riguarda l'azione anti terroristica. I due protagonisti sono ben caratterizzati come personaggi e molto complementari come coppia di poliziotti. Molto intrigante.
Avrei potuto tenere per me questi giudizi, o farvi leggere solo i migliori. Ho deciso di mostrarveli tutti per farvi capire che funziona così. Bisogna prenderla con filosofia.
Come avete notato se ne sentono di tutti i colori! Ad alcuni è piaciuto, ad altri no. Chi di loro ha ragione? Tutti e nessuno. Qualcuno ha odiato l'incipit per partito preso, perché i gialli/thriller non sono letteratura seria (secondo loro!!). Ho preso nota di alcuni consigli e da maggio (mese dell'invio al torneo) a settembre (mese della pubblicazione) "Confessioni tra donne" ha avuto moltissime riletture. Sarò riuscita a migliorarlo tanto da far passare dalla mia parte anche i più critici?
E voi? Con chi vi schierate? Tra i "mi piace" o i "non mi piace"? Leggete il libro e fatemi sapere!