No, non scrivono nello stesso modo.
Però, attenzione, la differenza non sta nei contenuti.
Toglietevi dalla testa lo stereotipo della scrittrice che scrive solo cose romantiche e dello scrittore dai testi cupi e violenti.
Devo ricordavi Agatha Christie? La regina dei gialli, colei che al pari William Shakespeare vanta 4 miliardi di copie vendute nel mondo?!
Ecco, Shakespeare scriveva soprattutto dei moti dell'animo. Sua la più grande storia d'amore di tutti i tempi: "Romeo e Giulietta".
E cosa dire della delicatezza, della sensibilità di Charles Dickens nel raccontarci storie di orfani e amori travagliati?
"Il piccolo principe", la favola più famosa di sempre, non è stata scritta da una mamma, ma da un aviatore della seconda guerra mondiale, Antoine de Saint-Exupéry.
"Il piccolo principe", la favola più famosa di sempre, non è stata scritta da una mamma, ma da un aviatore della seconda guerra mondiale, Antoine de Saint-Exupéry.
Passiamo ad esempi più recenti: l'attenzione ai buoni sentimenti di Gremellini contro i feroci omicidi della svedese Camilla Läckberg. Uno scrittore molto romantico è il famoso Nicholas Sparks, altrettanto nota la giallista Patricia Cornwell... si potrebbe andare avanti all'infinito!
Amore, odio, situazioni idilliache o da incubo scuotono la fantasia sia di uomini che di donne.
Non ci sono limiti, non ci sono generi letterari solo per donne o solo per uomini.
Anzi, lo sconfinare, il cimentarsi in un genere tendenzialmente distante dalla propria identità è una sfida interessante per un autore e molto intrigante per un lettore.
Tutti possono scrivere tutto. Se se la sentono. Se si documentano a sufficienza.
Però, c'è qualcosa di sottile che segna la differenza tra uno scrittore e una scrittrice.
La scrittura maschile è più puntigliosa, c'è sempre un certo autocompiacimento, sarà perché i maschi crescono così, con la certezza che il mondo sia loro. Le donne, come nella vita, procedono con più spontaneità e armonia, vanno avanti senza strafare mai.
Quel "qualcosa di sottile" è la nostra natura. Non possiamo tradirla o nasconderla. E perché dovremmo del resto?
Con le fiabe, gli storici e gli altri miei romanzi non ho mai ricevuto commenti simili a quelli ottenuti con la trilogia noir, dove si sottolinea il mio essere donna.
Io sono contenta di trasmettere femminilità, perché è quello che sono, così come sono contenta di aver affrontato un genere considerato prettamente maschile e di essermela cavata bene.
Come vedete, lo dico con cognizione di causa, non è l’essere donna o uomo a precludervi una strada, se credete di essere capaci, fatevi avanti. Rompere le barriere e i soliti pregiudizi non può che fare bene, a tutti.